Cultura

CityLife: le sculture da ammirare passeggiando nel parco

Nel parco di CityLife si sono aggiunte nuove sculture. Un vero e proprio museo a cielo aperto

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Durante la Milano Art Week si sono aggiunte nuove opere nel percorso d’arte nel parco di CityLife. L’itinerario di arte contemporanea presenta sculture da ammirare passeggiando fra i viali e gli alberi fioriti.

CityLife: le nuove sculture

Il parco si è arricchito delle sculture di architettura internazionale:“Come fare?” di Rossella Biscotti, “Sundown” di Liliana Moro e “Where Strata Gather”, di Otobong Nkanga, che si aggiungono alle 12 già installate all’interno del Parco e realizzate dagli artisti: Kiki Smith, Mario Airò, Alfredo Jaar, Wilfredo Prieto, Serena Vestrucci, Pascale Marthine Tayou, Maurizio Nannucci, Judith Hopf, Ornaghi & Prestinari, Adrian Paci, Riccardo Benassi e Matteo Rubbi.

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L’opera “Where Strata Gather” di Otobong Nkanga consiste di cinque sculture realizzate con elementi naturali come pietra, marmo e argilla, collegate tra loro da tubi in acciaio. Le sculture invitano a riflettere sulla relazione tra il materiale grezzo e le possibili trasformazioni a cui questi elementi possono dar vita.

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L’installazione “Sundown” di Liliana Moro è composta da trenta sedie in bronzo, da un elemento scultoreo in metallo di colore giallo simile a una tenda e da un diffusore acustico che trasmette in tempo reale i programmi di Radio Rai 3.
“Come fare?” di Rossella Biscotti è strutturata in cinque ‘isole’, realizzate con mattoni e cemento e messe in relazione tra loro.

CityLife: alcune sculture

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“Guardiane” di Kiki Smith presenta due sculture in bronzo, raffiguranti due gatte, collocate a breve distanza l’una dall’altra.
“Atrio dello sguardo sul futuro” di Mario Airò è una scultura ipogea sormontata da una cupola esterna realizzata in bronzo e ispirata dal cosiddetto “fegato di Piacenza” o “fegato etrusco” (risalente al II-I secolo a.C.).
“Padiglione Rosso” di Alfredo Jaar accoglie il visitatore all’interno di uno spazio perfettamente cubico che offre una visione alternativa del contesto di CityLife. Attraverso una grande vetrata rossa, l’artista invita a riflettere attraverso l’immagine trasformata della realtà circostante.

”Beso” di Wilfredo Prieto è costituita dall’unione di due pietre grandi affiancate che si sfiorano in un solo punto simulando un bacio.

”Vedovelle e Draghi Verdi” di Serena Vestrucci interviene sulle fontanelle, dette le vedovelle per il loro continuo scrosciare di acqua che ricorda il pianto di una vedova. La loro tipica bocchetta a forma di testa di drago è una scultura di volta in volta diversa.

“Coloris” di Pascale Marthine Tayou raffigura uova che toccano il cielo di Milano, sulla sommità di pali metallici colorati. Più o meno un centinaio di pali dalle dimensioni variabili, tra i 6 e i 12 metri di altezza.

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”New Times for Other Ideas / New Ideas for Other Times” di Maurizio Nannucci è la scritta su un ex edificio della Fiera di Milano. La doppia scritta, realizzata con tubi al neon blu e rosso, invita a riflettere sull’idea di nuovo, sullo scorrere del tempo e sulle contaminazioni che tali concetti creano.

”Filemone e Bauci” di Ornaghi & Prestinari vuole rappresentare il passato che osserva il futuro. Sono due colonne umanizzate che stazionano una accanto all’altra, tenendosi a braccetto mentre osservano le tre torri che si stagliano verso l’alto. Filemone e Bauci secondo il mito greco invecchiano insieme, sopportando le difficoltà grazie alla forza del loro legame. L’opera è un auspicio all’accoglienza e un richiamo all’ospitalità della città.

”Hand and foot” di Judith Hopf sono una mano e un piede di mattoni rossi sagomati e sovradimensionati, appoggiati sul prato verde. Un modo per far dialogare tra loro le forme del corpo umano.

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“Il Rudere” di Adrain Paci è pensata come uno spazio di riflessione sul rapporto tra uomo e natura. Al suo interno ci sono alberi da frutto che ricordano dei cortili.

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Nella facciata ci sono dei mosaici che riprendono il motivo dei centrini fatti dalle nonne con l’uncinetto ma che sembrano anche i rosoni di una cappella.

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